Ci sarà tempo per riflettere su come questa edizione di Cannes funzioni da termometro del cinema internazionale. Intanto due certezze: la selezione lasciava molte perplessità e invece (senza grandi sorprese tranne, forse, l’epifania di Christophe Honoré), abbiamo avuto molti ottimi film.
Cannes 2018
#Cannes2018 | 13: la racaille
Cannes 2018, cinemaQuello che resta, lo scarto, le frattaglie.
#Cannes2018 | 12: Burning e Under the Silver Lake: il noir, la scrittura e le immagini
Cannes 2018, cinema, ScrittureÈ stupefacente come Under the Silver Lake di David Robert Mitchell e Bunrnig di Lee Chang-dong seguano le stesse traiettorie con risultati opposti. Entrambi nel solco di un noir che non può che essere post-noir (il suo spazio e tempo, classico e moderno, è saturo e finito), di un mistero che può darsi solo come assente, irrisolvibile perché privo di senso.
#Cannes2018 | 11: En guerre, cinéma social(ist)e
Cannes 2018, cinemaCon La loi de marché: il lavoro, il mercato, le leggi che li determinano, un uomo (Vincent Lindon) che rimane stritolato nell’attrito. Ma anche dopo Une vie: il distanziamento storico, il romanzo, ma ancora l’economia, la proprietà e la dissipazione. Brizé dimostra di essere un autore maturo, con una visione rigorosa della realtà e della sua messa in scena.
#Cannes2018 | 10: la casa(matta) che costruì Lars
Cannes 2018, cinemaSpeculare e continuo a Nymph()maniac (soprattutto 2). Bruno Ganz al posto di Stellan Skarsgard come confessore, interlocutore, traghettatore. Un assassino seriale al posto di una ninfomane.
#Cannes2018 | 9: les rillettes
Cannes 2018, cinemaOltre la metà, verso la fine, tutto quello che è rimasto fuori.
#Cannes2018 | 8: Nicholas (e l’orrore) Cage
Cannes 2018, cinemaDopo il trionfo al Sundance, arriva alla Quinzaine il delirio lisergico di Panos Cosmatos e Nicholas Cage, frullato di sangue, musica e nostalgia horror.
#Cannes2018 | 7: Godard, malgré tout
Cannes 2018, cinema, ScrittureUna nota stonata nel coro degli omaggi a JLG.
Perché ogni film di JLG non è solo un film (un racconto: da parecchio), ma è anche un’installazione visiva e un saggio teorico.
#Cannes2018 | 6: La Cina è vicina (noi no)
Cannes 2018, cinemaÈ sempre più difficile scrivere di Jia Zhang-ke. Quando invece è sempre più semplice guardare il suo cinema, soprattutto per chi non va ai Festival ma va in sala e, da Platform a Ash is Purest White, può partecipare sempre più facilmente a un’epifania di racconto della Cina.
#Cannes 2018 | 5: Cold War. Il cinema (è) il tradimento.
Cannes 2018, cinemaNel 1949 un pianista, Wiktor, una insegnante di ballo e un funzionario del partito girano per la campagna polacca alla ricerca di canti popolari.
In una grande villa padronale si fanno le audizioni per trovare cantanti e danzatori in grado di costruire una compagnia d’arte popolare: tra questi c’è Zula, forse ha ammazzato il padre che la molestava (la battuta: “aveva confuso me con mia madre, ma il mio coltello gli ha fatto capire la differenza”) e canta divinamente. Wiktor e Zula si amano, e i loro incontri, e incroci, passeranno da Berlino e Parigi, dalla Yugoslavia a Varsavia, e finiranno in un matrimonio-suicidio in una chiesa sconsacrata. Aspettando la morte su una panchina: “dall’altra parte, perché c’è una vista migliore”.
Ma Cold War non è una storia d’amore.