Non è sempre tutto così difficile e cervellotico a un Festival. Può anche essere semplicissimo e dritto come A Star is Born. Può farti piangere (per lui) e entusiasmare per le performance (di lei).
cinema
#Venezia2018 | 4: Il corpo multiplo dei Coen e di Netflix
cinema, VENEZIA2018Un film antologico targato Netflix non può essere un fenomeno innocuo: di tutte le esperienze di produzione della OTT più odiata dai cinefili incalliti, questo The Ballad of Buster Scruggs è forse la cosa più vicina a una mutazione della forma cinema.
#Venezia2018 | 3: Le Doubles vies della parola: il corpo, il cinema (Non-Fiction)
cinema, VENEZIA2018
Ci sono l’editore e la moglie attrice di teatro (che deve fare la fiction tv), lo scrittore e la sua compagna responsabile della comunicazione di un politico. Lo scrittore va a letto con la moglie del (suo) editore, che peraltro la tradisce con l’addetta al marketing digitale. Poi una coppia di amici, uno scrittore blogger, un giornalista scrittore. Parlano per tutto il film.
#Venezia2018 | 1: Cuánto Cuarón, en la vida, cuanto Cuarón
cinema, VENEZIA2018Sui titoli di testa, l’acqua crea piccole onde e pozze sul selciato di una corte interna: impareremo presto a capire che il suo uso più frequente è quello di cancellare gli escrementi del cane di casa, Borras. Nel sottofinale, le onde oceaniche rapiscono, e poi restituiscono, due bambini e la loro tata.
Dogman: la fiaba, cioè il magico nero
cinema, ScrittureIl cinema più riuscito di Matteo Garrone è nero, e lavora sempre sullo spostamento. Da (intorno) i fatti di cronaca, i testi di partenza, gli immaginari. Oltre il realismo, anzi con l’urgenza di operare sempre uno scarto (geografico, temporale, di dettaglio) rispetto alla realtà, con un’anima magica, seguendo i codici del genere. Il cinema migliore di Garrone sarebbe una specie di magico nero. Che poi è la traduzione post-moderna della fiaba.