Non è sempre tutto così difficile e cervellotico a un Festival. Può anche essere semplicissimo e dritto come A Star is Born. Può farti piangere (per lui) e entusiasmare per le performance (di lei).
film
#Venezia2018 | 4: Il corpo multiplo dei Coen e di Netflix
cinema, VENEZIA2018Un film antologico targato Netflix non può essere un fenomeno innocuo: di tutte le esperienze di produzione della OTT più odiata dai cinefili incalliti, questo The Ballad of Buster Scruggs è forse la cosa più vicina a una mutazione della forma cinema.
#Venezia2018 | 3: Le Doubles vies della parola: il corpo, il cinema (Non-Fiction)
cinema, VENEZIA2018
Ci sono l’editore e la moglie attrice di teatro (che deve fare la fiction tv), lo scrittore e la sua compagna responsabile della comunicazione di un politico. Lo scrittore va a letto con la moglie del (suo) editore, che peraltro la tradisce con l’addetta al marketing digitale. Poi una coppia di amici, uno scrittore blogger, un giornalista scrittore. Parlano per tutto il film.
#Venezia2018 | 2: Il Lanthimos Favorito
cinema, VENEZIA2018Yorgos Lanthimos ha turbato gli animi cinefili con Kynodontas (2009) e Alps (2011, ad oggi il suo piccolo capolavoro). Con The Lobster (2015) è arrivata la grande produzione europea da festival (e il Premio della Giuria a Cannes), il divo (Colin Farrel) e lo humour, con una parziale apertura al (più) grande pubblico. Nell’edizione cannoise dei giovani autori (2017, l’anno del mucchio selvaggio di Ostlund, Ramsay, Coppola, Baumbach, Safdie…) la nuova inversione di rotta con Il sacrificio del cervo sacro:appena qualche ammiccamento di ironia sotto pelle, la Kidman nuda in pose necrofile, il gioco al massacro. E gli incassi al botteghino (almeno quello USA) si riducono a poco più di un terzo.
#Venezia2018 | 1: Cuánto Cuarón, en la vida, cuanto Cuarón
cinema, VENEZIA2018Sui titoli di testa, l’acqua crea piccole onde e pozze sul selciato di una corte interna: impareremo presto a capire che il suo uso più frequente è quello di cancellare gli escrementi del cane di casa, Borras. Nel sottofinale, le onde oceaniche rapiscono, e poi restituiscono, due bambini e la loro tata.
#Cannes2018 | 14: le palme, fuori i primi, dentro i secondi
Cannes 2018, cinema, ScrittureCi sarà tempo per riflettere su come questa edizione di Cannes funzioni da termometro del cinema internazionale. Intanto due certezze: la selezione lasciava molte perplessità e invece (senza grandi sorprese tranne, forse, l’epifania di Christophe Honoré), abbiamo avuto molti ottimi film.
#Cannes2018 | 13: la racaille
Cannes 2018, cinemaQuello che resta, lo scarto, le frattaglie.
#Cannes2018 | 12: Burning e Under the Silver Lake: il noir, la scrittura e le immagini
Cannes 2018, cinema, ScrittureÈ stupefacente come Under the Silver Lake di David Robert Mitchell e Bunrnig di Lee Chang-dong seguano le stesse traiettorie con risultati opposti. Entrambi nel solco di un noir che non può che essere post-noir (il suo spazio e tempo, classico e moderno, è saturo e finito), di un mistero che può darsi solo come assente, irrisolvibile perché privo di senso.
#Cannes2018 | 11: En guerre, cinéma social(ist)e
Cannes 2018, cinemaCon La loi de marché: il lavoro, il mercato, le leggi che li determinano, un uomo (Vincent Lindon) che rimane stritolato nell’attrito. Ma anche dopo Une vie: il distanziamento storico, il romanzo, ma ancora l’economia, la proprietà e la dissipazione. Brizé dimostra di essere un autore maturo, con una visione rigorosa della realtà e della sua messa in scena.
#Cannes2018 | 10: la casa(matta) che costruì Lars
Cannes 2018, cinemaSpeculare e continuo a Nymph()maniac (soprattutto 2). Bruno Ganz al posto di Stellan Skarsgard come confessore, interlocutore, traghettatore. Un assassino seriale al posto di una ninfomane.